Obbligo assicurativo per i veicoli: chiarimenti dal Ministero

Tutti i veicoli a motore, compresi quelli che sono custoditi o circolano in aree private, vanno assicurati. È il principio contenuto nel decreto legislativo 22 novembre 2023 n. 184, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 13 dicembre 2023, con cui viene recepita in Italia la direttiva del 24 novembre 2021. Una normativa complessa, offuscata da zone d’ombra su cui adesso il ministero dell’Interno, tramite la circolare n. 4054 dell’8 febbraio 2024, cerca di fare chiarezza. Cosa prevede:

Veicoli a motore

In base alla definizione fornita dalla nuova normativa (art. 1, comma 1, lett. m che modifica l’art. 193 del cds), il «veicolo a motore» è quello «azionato esclusivamente da una forza meccanica» e quindi non sono tali quelli che per circolare vanno azionati anche da forza muscolare come per esempio le biciclette con pedalata assistita o quelli in cui la propulsione del motore non è esclusiva, come nel caso dei monopattini elettrici dotati di prevalente propulsione generata dal motore elettrico.

In più, per essere assoggettato all’obbligo assicurativo il veicolo a motore deve anche rispettare una di tali condizioni: viaggiare a una velocità superiore ai 25 km/h; avere un peso netto massimo superiore a 25 Kg e una velocità di progetto massima superiore a 14.

Ma la parte più interessante riguarda l’inclusione tra questi veicoli anche dei rimorchi destinati a essere trainati da altro veicolo, a prescindere dal fatto che sia o meno agganciato a questo.

Inoltre, siccome il veicolo va assicurato se svolge una funzione legata alla circolazione, di conseguenza, un’autogru in sosta che abbia come funzione, per esempio, non la circolazione, ma il suo utilizzo come presa di forza, non va assicurata

Al contrario, un veicolo circolante resta tale e quindi da assicurare, anche nel caso in cui assolva a tale funzione non sulla strada pubblica, ma in area privata in cui l’accesso viene regolamentato. Anche se l’obbligo persiste anche quando lo stesso veicolo viene semplicemente parcheggiato in sosta.

I veicoli esclusi dall’obbligo

Per espressa esclusione, invece, non vanno assicurati:

  • i veicoli per i quali è stata richiesta la cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA) in vista della demolizione;
  • i veicoli cancellati dal PRA a seguito di revoca o annullamento della carta di circolazione;
  • i veicoli cancellati dal PRA per essere esportati. Seppure in tal caso va tenuto presente che fin quando resta valido il foglio di via per il raggiungimento del confine, il veicolo va ancora assicurato, mentre laddove scade tale validità, viene meno anche l’obbligo assicurativo.

Inoltre in tutta una serie di casi, in cui di fatto il veicolo non possa essere usato per provvedimento dall’autorità (vale a dire, confisca; sequestro amministrativo; fermo amministrativo; fermo fiscale; sequestro penale; sospensione dalla circolazione per circolazione senza revisione; ritiro della carta di circolazione; sospensione della carta di circolazione; ritiro delle targhe), non potrà essere sanzionato – se sprovvisto di assicurazione – secondo le previsioni dell’art 193, ma in base a quanto previsto dalle diverse norme riferite alle singole fattispecie.

Infine, non vanno assicurati i veicoli inidonei all’uso come mezzo di trasporto, vale a dire in grado di circolare, in quanto privi di alcuni componenti essenziali (motore, pneumatici, ecc).

Germania: con la svolta elettrica a rischio il 20% dei dipendenti di fornitori e costruttori

Zf, Bosch o Continental sono solo gli ultimi grandi operatori dell’auto tedesca ad aver annunciato massicci tagli agli organici.

Nei prossimi mesi la forza lavoro che da sempre viene considerata come un’eccellenza assoluta dell’intero tessuto industriale della Germania si troverà di fronte a uno tsunami: ne è convinto Stefan Bratzel, direttore del Center of Automotive Management di Bergisch Gladbach, secondo il quale il massiccio ridimensionamento, da attribuire direttamente alla transizione verso la mobilità elettrica, metterà a rischio circa un quinto dei lavoratori del settore auto in poco più di cinque anni.

Pioggia di tagli

“La trasformazione – ha scritto Bratzel – sta diventando sempre più visibile sotto forma di tagli di posti di lavoro presso le grandi aziende fornitrici. Entro la fine del decennio prevediamo un calo dei posti di lavoro nell’industria automobilistica (produttori/fornitori) di circa il 20%. Parte dello smantellamento è già avvenuto. D’altro canto, si creano posti di lavoro anche in altri settori, ma non tutti gli specialisti dei motori a combustione diventano specialisti dell’intelligenza artificiale”. Da tempo, associazioni ed esperti avvertono delle conseguenze del passaggio all’auto alla spina per una platea di lavoratori che, tra fornitori e costruttori, contava oltre 770 mila persone alla fine del 2022. In ogni caso, la riduzione è iniziata da tempo: nel 2018 è stato raggiunto il record di quasi 834 mila dipendenti, ma negli anni successivi si è registrato un progressivo calo degli addetti in scia alla decisione di costruttori e componentisti di mettere mano agli organici.

Tensioni sociali

Finora, i tagli non si rivelati traumatici solo grazie ai tradizionali strumenti di contrattazione con i sindacati: aziende come la Volkswagen, per esempio, stanno riducendo la propria forza lavoro tramite la cosiddetta “gestione della curva demografica”. In sostanza, si privilegiano i prepensionamenti o gli esodi volontari e incentivati e non si ricoprono le posizioni vacanti. Da qualche mese, però, la Germania sta affrontando una situazione sempre più tesa. Lo dimostrano le frequenti iniziative di mobilitazione, tra cui le manifestazioni organizzate da agricoltori o camionisti: la protesta contro alcune politiche ambientali varate dal governo federale sta paralizzando da giorni l’intera Germania e ora sta dilagando in tutta Europa con blocchi e picchetti in Francia, Belgio e Italia.

Mercato veicoli industriali: nel 2023 cresce del 12%

La miglior performance degli ultimi 15 anni: con 28.707 unità sopra le 3,5 tonnellate immatricolate (+3.100 unità circa sul 2022), il mercato registra la miglior crescita dal 2008.

Buone notizie dal mercato dei mercato dei veicoli industriali nel 2023, che registra una crescita del 12,2% sul 2022, pari a 3.116 veicoli immatricolati in più rispetto all’anno precedente. Mai così bene dal 2008. Nonostante questo, l’associazione che rappresenta le case estere operanti sul mercato italiano esprime una certa preoccupazione. Un sentiment che scaturisce dal calo della domanda in corso da mesi e dal dato registrato a dicembre (-28,5%).

La stima effettuata dal Centro Studi e Statistiche di Unrae – sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – per il mese di dicembre mostra infatti una brusca frenata con le immatricolazioni ferme a 1.851 unità rispetto alle 2.587 del 2022 (-28,5%).

Tutte le categorie di peso chiudono l’ultimo mese dell’anno in negativo: il comparto dei veicoli pesanti con massa uguale o superiore a 16 t registra il calo più consistente del 30,8%, seguito dal segmento dei veicoli leggeri fino a 6 t che mostra un disavanzo del 23,1%, mentre i veicoli medio-leggeri nella fascia tra le 6,01 t e le 15,99 t segnano una flessione a doppia cifra del 13,3%.

Ad ogni modo, nel corso dei dodici mesi del 2023, il dato consolidato riflette la crescita migliore dal 2008, con il +12,2% (+12,6% per i veicoli pesanti, +15,8% del comparto medio-leggeri, -11,1% per la fascia dei leggeri) e oltre 3.000 unità immatricolate in più rispetto al 2022.

Prezzi Rc auto? alle stelle, continuano i rialzi

A novembre le polizze hanno fatto registrare un balzo del 7,8% su base annua con un prezzo medio di 391 euro.

Rincaro che si traduce in una maggiore spesa di circa 31 euro a polizza, confermando tra l’altro il trend già registrato dall’Ivass a ottobre, quando il rialzo era stato del 7,9%.

Cresce anche il differenziale di premio, cioè la somma che la persona assicurata è tenuta a pagare, tra Napoli e Aosta, adesso a 248 euro, in aumento rispetto all’anno precedente del 3,1%.

Una cifra che però, scrutando la classifica delle località, sale a 285 euro rispetto alla città più virtuosa che è diventata Enna.

Sul territorio a guidare la classifica delle polizze più salate sono Napoli e Prato con una media che va oltre i 559 euro, seguite da Caserta (501 euro) e Pistoia (487 euro). Sul fronte opposto Enna vanta le tariffe più basse d’Italia con una media di 275 euro a polizza, seguita da Oristano (292 euro) e Potenza (297 euro).

A Imperia si registrano invece gli incrementi annui più elevati (+12%), a seguire si trovano Lodi, Terni e Vercelli (+11%), mentre i rincari più contenuti si trovano ad Ascoli Piceno con un +4,6%.

Auto: ipotesi incentivi 6.000-13.750 euro per elettriche

Incentivi per auto elettriche che partono da 6.000 euro e arrivano a 13.750 euro se si rottama un’auto Euro2 e si ha un Isee sotto i 30mila euro.

L’aiuto per l’acquisto di una vettura ibrida va da 4 a 10mila euro, e quello per un’auto a basse emissioni dai 1.500 ai 3.000 euro.

Sono alcune delle ipotesi contenute nella bozza di lavoro per il rinnovo degli incentivi auto sui quali il governo punta a utilizzare risorse per 930 milioni, 570 milioni di nuovi fondi per l’automotive, il resto dai residui dei vecchi incentivi.

L’intervento riguarda anche veicoli commerciali, taxi e noleggi a lungo termine. 

Assicurazione obbligatoria anche per i veicoli fermi

Da sabato 23 dicembre vige l’obbligo di dotare di assicurazione per la responsabilità civile ogni veicolo a motore, compresi quelli che risultano fermi o posteggiati in aree private chiuse.

Non verrà più tenuto in considerazione, come condizione per determinare l’obbligatorietà di una polizza assicurativa rc, il fatto che il mezzo circoli o meno su strade pubbliche o aperte al pubblico.

La novità è la conseguenza dell’attuazione di una direttiva europea del 2019: il decreto legislativo, di recente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, modifica dunque il codice delle assicurazioni private.”L’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile si applica ai veicoli a motore indipendentemente dalle caratteristiche del veicolo, dal terreno su cui è utilizzato e dal fatto che sia fermo o in movimento”, si legge infatti nel testo. “L’obbligo i estende anche ai veicoli utilizzati soltanto in zone il cui accesso è soggetto a restrizioni”.

LE ECCEZIONI

La polizza per responsabilità civile non va versata per i veicoli che non circolano più in quanto esportati, ritirati o demoliti, per quelli che non hanno l’autorizzazione a circolare, perché ad esempio sono stati fermati, sequestrati o vietati dalle autorità, o per quelli che non sono funzionanti in quanto sprovvisti di parti essenziali per il proprio funzionamento come ad esempio il motore.

In questo caso il proprietario ha comunque l’obbligo di comunicarlo alla propria compagnia assicurativa.

La sospensione può essere prorogata più volte, ma per ogni rinvio sarà sempre necessario inoltrare istanza alla propria assicurazione entro dieci giorni dalla scadenza del periodo di sospensione già determinato.

Tale interruzione, tuttavia, non può essere prolungata per più di dieci mesi nell’anno di validità della polizza, che diventano undici nel caso in cui si parli di veicoli storici.

Quali sono nello specifico, secondo la legge, i mezzi che devono essere obbligatoriamente dotati di assicurazione per responsabilità civile? Si fa riferimento a tutti i veicoli a motore che si muovono sul terreno senza binari, con velocità massima superiore ai 25 chilometri all’ora oppure con peso superiore ai 25 chilogrammi e velocità massima superiore ai 14 chilometri all’ora. Inclusi nell’obbligo anche eventuali rimorchi che si utilizzano con i sopra citati veicoli, anche nel caso in cui non siano attaccati ad essi.

SANZIONI AMMINISTRATIVE

Stando a quanto previsto dall’art.193 del Codice della strada, circolare senza assicurazione comporta il pagamento di un’ammenda da 866 euro (che possono scendere fino a 606,20 euro qualora si versi quanto dovuto entro cinque giorni) la decurtazione di punti dalla patente, il ritiro della carta di circolazione e il sequestro del mezzo.

L’obbligatorietà di essere coperti da una polizza per la responsabilità civile resta anche se il veicolo viene”utilizzato esclusivamente in aree soggette a limitazioni di accesso”. In caso di guida con assicurazione sospesa, la sanzione è maggiorata del 50%: si sale quindi fino a 1.299 euro, che diminuiscono fino a 909,30 in caso di pagamento entro cinque giorni.

RC AUTO: QUASI 3 MILIONI GUIDANO SENZA ASSICURAZIONE

Non tutti gli italiani hanno l’Rc Auto: ci sono quasi 3 milioni di conducenti, il 6% del totale (2,6 milioni), che girano su veicoli senza.

Un pericolo oltre che un danno economico per tutti gli automobilisti onesti i quali devono pagare il fondo di solidarietà che indennizza le vittime, altrimenti senza copertura, dei pirati della strada e appunto di chi guida senza assicurazione. La stima la fornisce il presidente dell’Ivass Luigi Federico Signorini in un workshop internazionale organizzato a Roma dall’ente che vigila sulle assicurazioni.

Un fenomeno noto – Si tratta di un fenomeno noto alle compagnie e alle forze dell’ordine che in questi anni hanno messo in campo vari strumenti per contrastare il fenomeno ma che, assieme ad altri fattori, contribuisce a tenere alti i premi Rc nel nostro paese. “Storicamente, l’assicurazione auto è sempre stata più costosa in Italia che in altri Paesi europei. Tuttavia, nell’ultimo decennio i premi sono diminuiti in modo significativo (-30%, in termini nominali)” rileva Signorini. Il calo è stato raggiunto attraverso la maggiore concorrenza, le minori frodi, misure normative sul risarcimento e la diffusione delle “scatole nere”.

Costi medi più alti che negli altri Paesi Ue – “Gli automobilisti onesti e prudenti ricevano oggi, in media, un trattamento migliore rispetto al passato. Nonostante ciò, le lacune rimangono” aggiunge e “sia il premio medio sia il costo medio dei sinistri sono ancora più alti in Italia rispetto agli altri principali Paesi europei” con differenze Nord-Sud cospicue. A ogni incidente causato con colpa i premi subiscono poi un rincaro del 27%.

 Un vulnus assicurativo – E poi c’è un altro aspetto. La stragrande maggioranza degli automobilisti è nella classe più alta e non ha incidenti da anni. Un gruppo molto vasto che non distingue molto al suo interno e non premia abbastanza chi, ad esempio, riceve poche infrazioni al codice della strada o ha sinistri di lieve entità per molto tempo.

le sanzioni previste – Chi circola senza assicurazione auto obbligatoria, ossia la polizza di Responsabilità Civile verso terzi, commette non solo un illecito ma corre anche il rischio di subire severe sanzioni:

  • multa da 866 a 3.464 euro più la perdita di 5 punti patente, con la possibilità però di dimezzare l’importo se si provvede ad assicurare l’auto dal 16° al 30° giorno dopo la scadenza della precedente polizza, oppure se entro 30 giorni dall’infrazione si provvede a demolire o a radiare il veicolo
  •  multa da 1.732 a 6.928 euro più perdita dei punti e sospensione della patenta da uno a due mesi in caso di recidiva nello stesso biennio

In tutte le ipotesi viene sempre disposto il sequestro del veicolo fino a che il trasgressore non si mette in regola con l’assicurazione auto. Se non lo fa l’auto viene confiscata (nell’ipotesi di recidiva l’auto rimane sequestrata per almeno 45 giorni).

Mercato auto 2023: rallenta la crescita, +6% a novembre

Il mercato europeo dell’auto prosegue la sua crescita nel mese di novembre, ma è più lenta.

Infatti, dopo una serie di mesi con segno positivo in doppia cifra, le immatricolazioni si sono fermate ad un +6%, rispetto al 2022.

In totale, nei primi undici mesi dell’anno in corso, si è registrata una risalita del 15,6%.

I dati di novembre 2023

Entrando più nel dettaglio, lo scorso mese sono state immatricolate 1.075.756 unità in Europa (UE+Efta+UK), mentre l dato complessivo dell’anno è pari a 11.799.882 immatricolazioni. Se il dato è positivo rispetto all’anno scorso, sono ancora lontani i livelli pre crisi del 2019, dal quale è stata persa una quota di vetture del 18,8%.

Tra i cinque principali mercati, è l’Italia a registrare il rialzo più significativo delle immatricolazioni nel mese (+16,2%), seguita dalla Francia (+14%), dal Regno Unito (+9,5%) e dalla Spagna (+7%), mentre la Germania, già in rallentamento nei mesi precedenti, presenta una variazione percentuale negativa (-5,7%).

Crescono le elettriche

Mentre in Italia si fa ancora fatica, seppur la quota abbia ora raggiunto il 4,3%, in Europa continuano a correre le auto elettriche pure. La quota di mercato delle BEV, infatti, ha raggiunto il 15,4% nel 2023 ed ha superato le vetture diesel (12%). In generale, le immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa sono cresciute del 10,7% a novembre, raggiungendo una quota del 25% per quelle con la spina, cioè elettriche e plug-in.

La decisione sull’Euro 7

Nei giorni scorsi, è arrivata l’attesa decisione europea sull’Euro 7, in sede di trilogo, mantenendo i limiti della normativa Euro 6 per le auto ed i furgoni. Una scelta applaudita da ANFIA: “È un bene che abbia prevalso un approccio razionale e pragmatico alla transizione green – sono le parole del presidente Roberto Vavassori – nella cornice di una visione normativa d’insieme”.

Assicurazione RC Auto alle stelle

Nel 2024 sono previsti rincari sull’RC Auto per 1,1 milioni di automobilisti. L’aumento è destinato a coloro che hanno dichiarato un sinistro con colpa nel 2023 e che quindi vedranno la classe bonus-malus e, di conseguenza, il proprio premio medio salire al momento del rinnovo.

Secondo un’analisi di Segugio.it (il portale per la comparazione tramite internet di prodotti assicurativi, utilities e prodotti di credito) la frequenza di sinistri dichiarati nel 2023 dagli automobilisti già assicurati è del 3,34%, percentuale in crescita per il secondo anno consecutivo, dopo il minimo registrato nel 2021 quando era al 3,10%.

Per determinare l’incremento del costo della polizza, Segugio.it ha calcolato la differenza tra il premio medio tra sinistrati e non sinistrati, ossia quanto paga di più per l’assicurazione auto un automobilista che ha causato un sinistro con colpa rispetto a chi non ne ha causati. Questa differenza a novembre 2023 è di circa 498 euro. L’aumento complessivo per tutti i guidatori interessati ammonta quindi a circa 550 milioni di euro.

In media le donne hanno dichiarato più sinistri degli uomini, il 3,5% contro il 3,1%. A livello anagrafico sono i giovani, in particolare gli under 25, che nel 2023 hanno registrato una frequenza sinistri nettamente superiore alla media (4,8%). Tra le categorie professionali, invece, è il personale sanitario quello che subirà maggiori rincari, con una percentuale di sinistri del 4,1%.

Secondo i dati forniti da Ivass, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, il prezzo medio dell’Rc auto è di 388 euro, in aumento del 7,9% su base annua in termini nominali. In termini reali, l’aumento è del 6,2% secondo i dati degli aumenti dei contratti di assicurazione sottoscritti ad ottobre 2023.

Il differenziale di premio tra Napoli e Aosta, si legge ancora nella nota Ivass, è di 239 euro, stabile su base annua.

Il premio medio effettivo risulta più elevato al Centro (424 euro) e al Sud (413 euro).

Sono ampiamente diffuse le clausole di guida esperta (63,6%) e quelle del risarcimento in forma specifica (27,2%).

 

 

Mercato auto: a novembre continua la crescita (+16,2%)

Anche nel mese di novembre il mercato delle auto compie un significativo passo avanti. Con 139.278 immatricolazioni registra di nuovo un incremento a doppia cifra, pari a +16,2% rispetto a novembre 2022 che aveva segnato +14,7% (il mese è però ancora in calo del 7,8% su novembre 2019). Il totale delle immatricolazioni nei primi 11 mesi tocca 1.455.271 unità, in crescita del 20,1% rispetto a 1.211.808 dello stesso periodo 2022, con una differenza in più di 243.500 vetture, ma oltre 321.000 in meno di gennaio-novembre 2019 (-18,1%).

L’analisi della struttura del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori evidenzia per i privati un incremento superiore al mercato, che guadagnano mezzo punto, al 56,7% di share (55,4% nel cumulato, -3,4 p.p.). Si conferma in novembre la forte spinta delle autoimmatricolazioni, che salgono di 3 punti al 10,7% nel mese e al 10% negli 11 mesi (+1,6 p.p.).

Il noleggio a lungo termine, con un leggero incremento dei volumi, scende al 24,4% di quota nel mese (-2,8 p.p.), stessa share di gennaio-novembre, dove recupera 1,6 punti. Il risultato del mese è attribuibile ad una crescita più sostenuta per le Captive, a fronte di un leggero incremento delle società Top. Prosegue la flessione del noleggio a breve termine, all’1,6% nel mese (-1,0%) e al 4,2% nel cumulato. Le società si posizionano al 6,5% nel mese (+0,2 p.p.) e al 5,9% negli 11 mesi.

Tra le alimentazioni, il motore a benzina guadagna 1/5 dei volumi e sale in novembre al 27,8% di quota (+0,9 punti), 28,1% nel cumulato (+0,5 p.p.). Il diesel segna una leggera contrazione, scendendo al 14,7% di share nel mese (-3,4 p.p.) e al 17,9% negli 11 mesi (-2 p.p.). Il Gpl si ferma al 9,7% (-1,5 punti, al 9,1% in gennaio-novembre). Un incremento di quasi 1/3 dei volumi interessa le ibride che sfiorano il 38% di quota nel mese (+4,2 punti), al 36,3% nel cumulato (+2,3 p.p.); con un 11,4% per le “full” hybrid e 26,5% per le “mild” hybrid. Le auto BEV in novembre raggiungono il 5,6% di share (+1,4 p.p., al 4,1% negli 11 mesi), le PHEV retrocedono al 4,1% rispetto ad un anno fa (-1,4 p.p., 4,4% in gennaio-novembre).

L’analisi della nuova segmentazione mostra in novembre un leggero incremento delle berline del segmento A, a fronte di una forte crescita dei SUV, rispettivamente all’11,4% e 3,0% di share. Un buon tasso di crescita interessa il segmento B, con le berline al 18,6% e i Suv al 26,7%. Nel segmento delle medie (C) calano le berline, che si fermano al 4,1% di quota, mentre accelerano i Suv al 20,1%. Ottimo incremento per le berline del segmento D, all’1,8% di quota, in crescita anche i Suv al 6,5% del totale. Forte crescita per entrambe le carrozzerie nell’alto di gamma, con le berline allo 0,2% di quota e i Suv all’1,5%. Infine le station wagon rappresentano il 3,4% del totale, gli MPV l’1,8% e le sportive lo 0,8%.

Dal punto di vista delle aree geografiche emerge una crescita generalizzata. Il Nord Ovest conferma la prima posizione con una quota stabile al 30,9%, il Nord Est scende al 28,1% del totale (-1,3 punti), grazie al noleggio, senza il quale perderebbe 5,5 punti, al 22,6%. Il Centro Italia sale a rappresentare oltre 1/4 delle immatricolazioni totali (+1,2 punti), Sud e Isole sono sostanzialmente stabili, rispettivamente al 10,7% e 5,0% (10,2% e 4,9% nel cumulato).

Le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni in novembre evidenziano un leggero calo (-0,8%) con 117,2 g/Km; 119,7 g/Km in gennaio-novembre (+0,8%).

L’analisi delle immatricolazioni di novembre per fascia di CO2 riflette l’andamento nel mese di auto BEV e PHEV: la fascia 0-20 g/Km sale a rappresentare rispetto al mese precedente il 6,2% del mercato, il 3,4% la fascia 21-60 g/Km (rispettivamente 4,4% e 3,9% nel cumulato). La fascia 61-135 g/Km rappresenta il 64,7% (64,5% nel cumulato), mentre la quota delle vetture da 136 a 190 g/Km si porta al 21,5% e quella della fascia oltre i 190 g/Km al 2,1% (rispettivamente 23,3% e 2,0% nei primi 11 mesi).

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