Mercato auto: ottobre a doppia cifra con una crescita del +20%

Nuovo risultato positivo per il mercato delle auto a ottobre, con le immatricolazioni che toccano le 139.052 unità.

Con un giorno lavorativo in più la crescita è +20% rispetto a ottobre 2022, che a sua volta aveva segnato +14,2%, rispetto a ottobre 2019 invece il conto è ancora in perdita a -11,6%. Il totale delle vetture immatricolate nei primi 10 mesi dell’anno arriva a 1.315.964 unità, +20,5% e 224.000 auto in più rispetto alle 1.091.937 di gennaio-ottobre 2022, ma 310.000 in meno (-19,0%) dello stesso periodo 2019.

A ottobre recuperano leggermente rispetto a settembre anche le vetture dotate di batteria elettrica, con le BEV che salgono a quota 4,1% e le Plug-in al 4,1%, per una quota complessiva di ECV che risale all’8,2%.

Con un andamento migliore delle attese, grazie alla ritrovata disponibilità di prodotto e alle spinte commerciali – fattori che dovrebbero caratterizzare anche la parte finale dell’anno – l’UNRAE rivede in deciso rialzo, rispetto alla previsione di luglio, la stima di chiusura dell’anno, prevista raggiungere 1.570.000 immatricolazioni, in crescita del 19,2% con 250.000 unità in più sul 2022 (ma ancora in calo a -18,1% sul 2019).

Per il 2024 si conferma invece la stima precedente di 1.600.000 auto immatricolate, un risultato che non si discosterebbe molto da quanto previsto per il 2023 (+1,9%) e con un calo del 16,5% sul 2019.

L’UNRAE segnala il clima di attesa che si sta creando fra i consumatori per le recenti dichiarazioni su possibili interventi di sostegno alla domanda, che rischiano di paralizzare interi segmenti del mercato fino a quando non saranno sciolti i dubbi sugli incentivi.

L’analisi della struttura del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori, mostra un andamento dei privati in linea con il mercato totale, con un recupero di 4 decimali, al 58,6% di quota (55,3% nel cumulato, -3,8 p.p.). Anche in ottobre si registra una forte spinta delle autoimmatricolazioni, che salgono all’11,4% di share nel mese (+3,3 punti) e al 10% nei 10 mesi (+1,5 p.p.). Si conferma la leggera crescita del noleggio a lungo termine, che si ferma al 22,1% del totale mercato (-3,3 punti) al 24,4% in gennaio-ottobre (+2,1 p.p.), grazie al contributo delle società Top a fronte di una stabilità delle Captive. Parallelamente, si conferma anche la contrazione del noleggio a breve termine, all’1,3% di quota in ottobre (-0,6 p.p.) e al 4,4% nei 10 mesi. Buon andamento delle società che in ottobre e nei 10 mesi sono abbastanza stabili rispettivamente al 6,5% e al 5,9% del totale.

Tra le alimentazioni, il motore a benzina, con una crescita in linea con il mercato totale, è sostanzialmente stabile al 27,5% di quota (28,2% nel cumulato, +0,5 p.p.). Il diesel segna una leggerissima contrazione dei volumi, al 15,2% di share (-3,5 p.p., al 18,3% nei 10 mesi, -1,8 p.p.). Un sostenuto incremento dei volumi interessa il Gpl, che sfiora il 10% di quota nel mese (+1,1 p.p. e 9,0% nel cumulato). Le ibride salgono al 39% delle preferenze in ottobre, rispetto al 36,3% di un anno fa (36,1% in gennaio-ottobre, +2 p.p.); con un 11,5% per le “full” hybrid e 27,5% per le “mild” hybrid. Le auto BEV guadagnano un punto, al 4,1% del totale mercato (3,9% nel cumulato, +0,3 p.p.), le PHEV retrocedono al 4,1% rispetto ad un anno fa (-1,1 p.p., 4,5% nei 10 mesi).

L’analisi della nuova segmentazione mostra in ottobre una buona crescita di berline e Suv del segmento A, rispettivamente al 12,0% e 2,5% di share. Stesso trend anche nel segmento B, con le berline al 20,3% e i Suv al 26,6%. Nel segmento delle medie (C) calano le berline, che si fermano al 4,8% di quota, mentre accelerano i Suv al 18,4%. Ottimo incremento per entrambe le carrozzerie nel segmento D, con le berline allo 0,9% e i Suv al 7,0% del totale. Nell’alto di gamma, in calo le berline (allo 0,2% di quota) a fronte della crescita dei Suv (all’1,7%). Infine le station wagon rappresentano il 3,3% del totale, gli MPV l’1,5% e le sportive lo 0,8%.

Dal punto di vista delle aree geografiche, anche in ottobre il Nord Ovest conferma la prima posizione con il 30,4% di quota (-1,5 punti, al 29,8% nel cumulato); leggermente superiore la quota del Nord Est, al 28,3% (31,0% nei 10 mesi), grazie al contributo del noleggio, senza il quale scenderebbe di 6,6 punti, al 21,7%. Il Centro Italia copre oltre 1/4 delle immatricolazioni totali (+1,5 punti), Sud e Isole sono sostanzialmente stabili, rispettivamente al 10,8% e 5,1%. (10,2% e 4,8% nel cumulato).

Le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni in ottobre evidenziano un leggerissimo calo con 118,9 g/Km; 119,9 g/Km in gennaio-ottobre (+0,9%).

L’analisi delle immatricolazioni di ottobre per fascia di CO2 riflette l’andamento nel mese di auto BEV e PHEV: la fascia 0-20 g/Km sale a rappresentare rispetto al mese precedente il 4,7% del mercato, il 3,5% la fascia 21-60 g/Km (rispettivamente 4,2% e 4,0% nel cumulato). La fascia 61-135 g/Km rappresenta il 67,0% (64,4% nel cumulato), mentre la quota delle vetture da 136 a 190 g/Km si porta al 20,5% e quella della fascia oltre i 190 g/Km al 2,3% (rispettivamente 23,5% e 2,0% nei primi 10 mesi).

Incidenti auto, risarcimento anche se le riparazioni superano il valore residuo

Secondo la Corte di Cassazione gli automobilisti hanno diritto a un risarcimento completo per gli incidenti stradali, indipendentemente dal valore commerciale del veicolo.

La Corte di Cassazione ha recentemente emesso una sentenza che estende ulteriormente i diritti degli automobilisti coinvolti in incidenti stradali. In particolare, ha stabilito che un’auto può essere riparata anche se i costi superano il valore commerciale del veicolo, eliminando la precedente pratica delle compagnie assicurative di richiedere la rottamazione dell’auto in determinate circostanze.

Fino ad ora, se il costo della riparazione di un’auto incidentata a causa di un altro utente della strada superava il valore residuo del veicolo, le compagnie assicurative non offrivano un risarcimento adeguato, ma si limitavano a pareggiare il valore commerciale dell’auto. Ciò costringeva gli automobilisti a scegliere tra due opzioni: pagare di tasca propria la differenza tra il valore commerciale della vettura e l’effettivo costo di riparazione se si volevano tenere la propria auto sinistrata oppure rottamarla.

La recente sentenza della terza sezione civile della Corte di Cassazione ha rivoluzionato questo sistema. Ora gli automobilisti hanno il diritto di ricevere un risarcimento completo e adeguato in caso di incidente, anche se le spese di riparazione superano il valore commerciale del veicolo. Questa sentenza rappresenta una vittoria per i diritti degli automobilisti, che possono ora scegliere se riparare o sostituire la propria autovettura senza subire la pressione delle compagnie di assicurazione.

Inoltre, la Corte ha riconosciuto che i danneggiati possono avere validi motivi per preferire la riparazione alla sostituzione del veicolo danneggiato, come il fatto di essere più a proprio agio a guidare un veicolo a cui sono abituati o la difficoltà di trovare un veicolo simile sul mercato. In sintesi, una bella novità ora per gli automobilisti che hanno la possibilità di ottenere un risarcimento adeguato anche in questi casi, senza dover pagare di tasca propria per le riparazioni troppo elevate.

 

Auto, è boom di furti di pezzi

I ladri di pezzi d’auto non vanno mai in vacanza, anzi: i furti aumentano in maniera esponenziale. il sospetto è che i ladri non rubino più esclusivamente per rivendere al mercato nero, ma che i furti avvengano sempre di più su commissione.

Le componenti a maggiore rischio

La refurtiva non finisce solo nel mercato nero italiano, ma anche in quello estero e sui siti di oggetti usati. A essere maggiormente presi di mira sono fanali, portiere, gomme, cerchi, catalizzatori, marmitte, volanti, airbag, cruscotti, paraurti e specchietti.

Menzione d’onore per le batterie al litio, il cuore delle auto elettriche, alcune delle quali arrivano a costare anche 10mila euro. Tra i modelli più vandalizzati le Fiat (Panda, 500, 500L e 500XL), quasi tutti i modelli Audi e le Smart. Le Fiat sono al vertice anche nella classifica della auto più rubate in Italia.

L’aumento dei prezzi nei listini ufficiali e i lunghi tempi di attesa per i pezzi di ricambio alimentano il fenomeno dei furti di componentistica. E il rischio è che l’automobilista derubato si ritrovi nella paradossale situazione di rivolgersi al mercato nero per riparare i danni subiti, lo stesso mercato nero che è all’origine del furto.

Cavallo di ritorno con smontaggio dei pezzi

C’è poi una forma ibrida di furto, a metà strada tra il furto d’auto e la sottrazione di componentistica: è il cavallo di ritorno con smontaggio dei pezzi. Il cavallo di ritorno classico prevede che il mezzo rubato venga restituito dietro il pagamento di un riscatto. Oggi sempre più spesso accade che chi accetti di sottostare a questo ricatto si ritrovi con un’auto priva di qualche pezzo. Il consiglio per chi sia vittima del racket del cavallo di ritorno è quello di allertare le forze dell’ordine e organizzare un incontro con i malviventi sotto la vigilanza a distanza di polizia o carabinieri, col fine ultimo di procedere all’arresto.

In termini assoluti le città più colpite sono Milano e Roma, ma in percentuale alla popolazione sono tanti i centri, anche di dimensioni relativamente piccole, flagellati dal fenomeno. Non vengono attaccate solo le auto dei cittadini, ma anche quelle appartenenti alle società di noleggio. I tempi cambiano e il mercato si adegua: alcune assicurazioni e alcune società di nolo hanno cominciato a inserire apposite franchigie nei loro contratti.

Avere l’esatto quadro del fenomeno non è facile dal momento che gli automobilisti che non abbiano stipulato una polizza assicurativa contro il furto non sempre denunciano.

L’unico modo per tentare di ridurre il rischio di furto è evitare di parcheggiare l’auto in strada nelle ore notturne, soprattutto in zone isolate e poco illuminate. Ma i ladri più esperti e spregiudicati possono agire anche se l’auto si trova in una zona piuttosto frequentata: non effettuano lo smontaggio sul posto, ma rubano l’intero veicolo e lo guidano verso una zona più tranquilla dove possono agire indisturbati. Meglio prevenire ricorrendo a una copertura assicurativa totale: questo non ferma le mani dei ladri, ma in caso di furto si piange con un occhio solo.

Sul fronte delle regioni più a rischio per i furti d’auto troviamo Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia. Un’auto rubata su due è un Suv.

Auto: antivirus obbligatorio per tutti in Europa dal 2024

Le auto sono sempre più tecnologiche. La tecnologia che un tempo aveva un ruolo marginale all’interno di una vettura ogni anno che passa ottiene sempre più importanza. Questo se da un lato è positivo in quanto rende più facile e più piacevole la vita degli automobilisti, dall’altro può creare alcuni problemi soprattutto per quanto concerne la sicurezza. Con aggiornamenti over-the-air sempre più frequenti diventa altamente probabile che le nostre vetture possano essere vittima di attacchi informatici.

Da luglio 2024 antivirus obbligatorio nelle auto di nuova produzione in Europa

Per questo motivo la Commissione Europea ha approvato due nuovi regolamenti ( reg. n° 155 e n° 156) con l’obiettivo di obbligare tutte le auto di nuova produzione a partire da luglio 2024 a disporre di un antivirus standard proprio con l’obiettivo di evitare questi possibili attacchi hacker.

I due nuovi regolamenti prevedono dunque una serie di modifiche alla situazione attuale. Se tutte le case automobilistiche sono d’accordo sul fatto di migliorare la sicurezza informatica delle proprie auto ovviamente sulle modalità non sono ancora tutti concordi.  Ricordiamo che gli stati membri dell’Unione sono tenuti al rispetto dei regolamenti in maniera rigorosa e dunque non possono modificarli.

Le nuove regole richiedono che vengano riscritte varie parti del codice di controllo interno del sistema. Proprio qui sta il problema. Questi cambiamenti richiedono ingenti investimenti e inoltre la questione è abbastanza complessa dato che si dovranno uniformare diversi sistemi. Vedremo dunque da qui all’estate 2024 che novità arriveranno in proposito.

Mercato dell’auto in Italia: -27,5% a dicembre 2021

Il mercato italiano chiude il 2021 con l’ennesimo segno meno. Secondo i dati diffusi dall’UNRAE nello scorso dicembre sono state immatricolate 86.679 vetture, il 27,5% in meno rispetto a dicembre 2020. Il numero complessivo di auto nuove consegnate nell’intero anno si ferma così a 1.457.952 unità, con un lieve incremento di 76.000 auto rispetto al 2020 (+5,5%) ma con ben 460.000 auto perse rispetto al 2019, corrispondenti a un -24%.
 
PRIVATI E AZIENDE – I clienti privati a dicembre sono stati il 59,1% e il 62,5% se si considera tutto il 2021, con un totale di 923.000 unità. Le autoimmatricolazioni dei concessionari sono il 12,8% del totale a dicembre, mentre in tutto il 2021 arrivano quasi al 10% con 145.600 auto. Le società di noleggio a lungo termine hanno immatricolato 258.870 veicoli nel 2021 (il 17,5%), quelle di noleggio a breve termine 64.400 (il 4,4%) e le aziende 83.700 (cioè il 5,7%).
 
LE ALIMENTAZIONI – Sempre considerando tutto il 2021, le auto benzina e diesel hanno totalizzato 437.731 unità (29,7%) e 333.635 (22,6%), quelle a Gpl si sono fermate al 7.3% e quelle a metano al 2,1%. Le ibride rappresentano il 29% del totale (ibride “full” al 6,9% e “mild” al 22,1%), con complessive 427.924 vetture. In crescita anche le vetture elettrificate: in dicembre le elettriche pure presentano una quota del 7% e le plug-in del 6,4%. Il 2021 si chiude con le elettriche al 4,6% (67.542 unità) e le plug-in al 4,7% del totale, con 136.854 vetture complessivamente immatricolate.
 
I TIPI DI CARROZZERIA – Tra le carrozzerie, a dicembre le crossover e le fuoristrada raggiungono il 48,2% di quota complessiva, a fronte di una contrazione delle berline al 44,6% e delle station wagon al 3,6%.
 
L’USATO – Il mercato dell’usato registra una nuova leggera flessione sul 2020 dello 0,6% con 274.998 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture. Nel 2021 i 3.452.755 trasferimenti segnano un incremento del 14,4% sul 2020, ma una flessione del 17,5% sullo stesso periodo 2019.

FIAT LEADER NEL 2021 – Per quanto concerne l’andamento delle immatricolazioni per marca, la Fiat si conferma in testa alla classifica del 2021, con complessive 223.567 auto. Secondo posto per la Volkswagen a quota 126.092 auto, seguita dalla Toyota con 84.850 vetture.

COVID-19: INDICAZIONI DALL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’

l’Istituto Superiore di Sanità ha realizzato un “poster” (CLICCA QUI PER SCARICARLO) sui comportamenti da tenere per un corretto utilizzo dell’automobile e al cui interno troviamo informazioni utili che i professionisti della riparazione possono condividere con i clienti.

auto ISS poster

il poster dell’Istituto superiore di Sanità predisposto per gli automobilisti e gli addetti del settore

Il settore auto europeo chiede un piano coordinato di incentivi

L’intero settore automobilistico europeo torna a rivolgersi alle istituzioni e ai governi nazionali, chiedendo un intervento coordinato per il rilancio del mercato e delle attività produttive dopo il “grave impatto” della pandemia da coronavirus. Le quattro associazioni di rappresentanza più importanti (Acea per i costruttori, Clepa per i fornitori, Cecra per gli autoriparatori ed Etrma per i produttori di pneumatici) hanno pubblicato un piano d’azione con 25 raccomandazioni per garantire la ripresa dell’intera filiera legata al mondo delle quattro ruote e con una una richiesta prioritaria: un piano coordinato di incentivi.

Serve un assist. Tra le varie misure proposte, infatti, figurano “schemi coordinati di rinnovo delle flotte per tutti i tipi e le categorie di veicoli in tutta l’Unione Europea”. Le associazioni sono convinte che solo agevolazioni coordinate possano dare “impulso alla domanda privata e commerciale, sostenere la ripresa economica in tutti i settori, nonché accelerare il ringiovanimento della flotta di veicoli sulle strade d’Europa”. Gli incentivi “dovrebbero essere basati su criteri uguali in tutta Europa, attingendo sia ai finanziamenti nazionali, sia a quelli dell’Ue. Tali schemi dovrebbero essere potenziati da premi alla rottamazione e tenere conto delle ambizioni sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici.

Le dichiarazioni. Per Eric-Mark Huitema, direttore generale dell’Acea, “è ora fondamentale rimettere in moto l’intera catena del valore del settore automobilistico: abbiamo bisogno di un rilancio coordinato dell’attività industriale e commerciale, con mantenimento della liquidità per le imprese. Dovranno essere adottate misure mirate per innescare la domanda e gli investimenti. Lo stimolo della domanda aumenterà l’utilizzo della nostra capacità produttiva, salvaguardando posti di lavoro e investimenti”. “Per rilanciare la mobilità e l’attività economica, sarà essenziale che le concessionarie e le officine di autoveicoli riaprano al più presto nei Paesi in cui sono ancora chiuse”, aggiunge Bernard Lycke della Cecra. “Incentivi all’acquisto mirati e piani di rottamazione per tutte le categorie di veicoli, oltre a stimolare il recupero, daranno un contributo positivo alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e alla sicurezza stradale”. Secondo Sigrid de Vries, della Clepa, ”il riavvio del settore automobilistico sarà il motore della ripresa economica per il significativo impatto occupazionale e l’immediato effetto che avrà su altri settori. Anche gli investimenti nelle persone e nella ricerca e sviluppo rimangono fondamentali. L’Europa ha bisogno di un forte ecosistema automobilistico per rimanere competitivi e spingere avanti con ambiziosi obiettivi ambientali, digitali e di sicurezza stradale”.

Le altre proposte. Tra le altre varie proposte, le associazioni chiedono di armonizzare le misure per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, di esentare il trasporto merci dalla chiusura dei confini, allineare le procedure di controllo doganali o di allentare le regole comunitarie sulla concorrenza. Inoltre, sarebbe necessario riaprire al più presto, a livello comunitario, le concessionarie e le officine, stabilire strumenti di finanziamento diretto dell’Unione per gli appalti per il rinnovo delle flotte pubbliche e avviare senza indugio i progetti per la creazione di un’infrastruttura per le ricariche delle auto elettriche e per i carburanti alternativi. Va anche valutato l’impatto della crisi sulle normative rilevanti per il settore, a partire dai regolamenti sulle emissioni, per i quali l’Acea ha chiesto una moratoria già a fine marzo, e devono essere riavviati il più rapidamente possibile i processi di omologazione. Infine, ribadiscono le associazioni, deve essere sostenuta la riqualificazione della forza lavoro impiegata nella filiera.

articolo di Rosario Murgida, quattroruote.it

Ecotassa ed ecobonus sono legge – L’ELENCO DEI MODELLI

Dopo il voto di fiducia la Camera dei deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge bilancio per l’anno 2019 con 313 voti favorevoli e 70 voti contrari (il 30 dicembre 2018). La legge, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, è entrata in vigore l’1 gennaio 2019 e contiene l’ecotassa sulle auto con emissioni di anidride carbonica superiori a 160 g/km e l’ecobonus per quelle fino a 70 g/km nella forma approvata il 23 dicembre al Senato…continua la lettura dell’articolo

Nuova stretta dall’Ue: Emissioni giù del 40% entro il 2030

Strasburgo aumenta di 10 punti percentuali la soglia proposta dalla Commissione. I costruttori: “Obiettivo non realistico, a rischio posti di lavoro”. Chiesta anche la revisione dei test sulle emissioni: dovranno basarsi su condizioni di guida reali.

 

Continua il braccio di ferro tra istituzioni europee e industria automobilistica. E dopo la prova di forza del Parlamento Ue a Strasburgo è facile prevedere che lo scontro stia per inasprirsi. L’assemblea ha infatti approvato l’obbligo, per i costruttori, di ridurre le emissioni di CO2 del proprio parco auto del 40% a partire dal 2030. La proposta della Commissione si fermava al 30%. E già questa soglia era considerata irrealistica dall’industria. Ma il tempo per limare ancora c’è: ora la misura dovrà passare per il cosiddetto “trilogo”, un negoziato tra Parlamento e Consiglio con la mediazione della Commissione.

Il voto di oggi a Strasburgo può avere conseguenze enormi sul mercato dell’auto privata e dei piccoli furgoni ma le ricadute sui consumatori non sono ancora del tutto chiare. Acea, l’associazione che rappresenta i maggiori 15 gruppi automobilistici in Europa, sostiene che l’auto a bassissime emissioni che sogna il Parlamento costerà molto cara agli europei, perché saranno gli stessi costi di produzione a subire un’impennata. “Il voto di oggi rischia di avere un impatto molto negativo sui posti di lavoro nella catena di produzione dell’auto e forzerebbe essenzialmente l’industria a una trasformazione sostanziale a tempi record” è il commento a caldo del il segretario di Acea Erica Jannaert.

Lo spazio per i miglioramenti tecnologici, dicono i costruttori, ormai è molto ristretto e per rispettare i parametri Ue l’unica via è l’elettrico.

Elettrico, l’alternativa che stenta. Che però non ha ancora conquistato gli europei: oggi solo l’1,5% delle auto vendute nel vecchio continente è a propulsione elettrica, ma è una media di Trilussa perché in Grecia e nell’est Europa le vendite rasentano lo zero. In Europa c’è però chi accusa i costruttori di fare il doppio gioco: “Oggi sappiamo che i produttori europei investono, per l’elettromobilità, 21 miliardi in Cina e solo 3 in Europa. L’obiettivo è quello di portare questi investimenti nel nostro continente” dice Eleonora Evi, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. Acea parla invece di 54 miliardi l’anno in ricerca e sviluppo per la decarbonizzazione del settore.

L’Europa, in prima linea nella lotta al cambiamento climatico, sta facendo molta fatica a contenere le emissioni delle auto. Anzi: secondo i dati di Acea, stiamo solo cominciando a vedere l’effetto boomerang della lotta al diesel. Le limitazioni imposte (anche da diverse città italiane) non stanno infatti spingendo i cittadini all’acquisto di auto elettriche ma di auto a benzina, più inquinanti del diesel a livello di CO2 emessa ma più economiche delle elettriche e delle ibride. Risultato: in alcuni Paesi europei le emissioni di anidride carbonica nel 2017 sono aumentate rispetto all’anno precedente.

L’elettrico e i posti di lavoro. Se pochi europei acquistano auto elettriche non è solo per il costo iniziale ma anche perché è difficile trovare un punto in cui far rifornimento. Altre vagonate di denaro dovranno essere spese per migliorare le infrastrutture di ricarica (le colonnine che servono per fare il pieno alle auto elettriche) e non solo.

“L’obiettivo è quello di creare un’industria europea delle batterie, che oggi importiamo quasi solo dalla Cina” dice Damiano Zoffoli, Pd, del gruppo Socialisti e democratici. Secondo la relatrice della proposta approvata oggi, la maltese Miriam Dalli, se l’Europa producesse le batterie entro i propri confini, si guadagnerebbero quasi 100.000 posti di lavoro. Che l’industria della batteria possa salvare posti di lavoro è anche l’opinione di Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia nel gruppo del Ppe, che però nel complesso boccia la proposta approvata a Strasburgo: “Oggi in Parlamento hanno prevalso l’incompetenza e l’ideologia. Una pessima performance che non tiene conto di un’industria che oggi in Europa assicura moltissimi posti di lavoro. La riduzione del 30% sarebbe stata molto più realistica. Ora speriamo solo di rimediare nel corso delle negoziazioni”. L’auspicio diventa uno spauracchio per la pentastellata Evi: “E’ successo molte volte: il Parlamento migliora una proposta della Commissione ma poi si va a schiantare nelle negoziazioni con il Consiglio. Che, val la pena ribadire, si tengono rigorosamente a porte chiuse”.

Le altre misure approvate. Nel voto di oggi, oltre alla soglia del 40% entro il 2030, è stato fissato anche un obiettivo intermedio del 20% entro il 2025. I costruttori che sforeranno dovranno pagare un’ammenda che la Ue destinerà ai lavoratori colpiti dai cambiamenti del settore automobilistico.

Un’altra soglia stabilita a Strasburgo: entro il 2030 il 35% delle vendite di nuove auto dovrà essere a emissioni zero o a basse emissioni (cioè meno di 50 grammi di CO2 per chilometro), con soglia intermedia del 20% entro il 2025. Il Parlamento ha anche invitato la Commissione a rivoluzionare i test delle emissioni delle auto, dopo il dieselgate. L’idea è quella di introdurre un test in condizioni di guida reali anziché in laboratorio. Fino a quando non verrà introdotto questo nuovo test (l’idea è di renderlo operativo dal 2023) il Parlamento ha proposto di misurare le emissioni sulla base dei dati dei contatori del consumo di carburante delle automobili.

 

 

articolo di Federico Formica – link articolo originale

 

 

Addio ai negozi di autoricambi? L’assalto è iniziato

In Italia su eBay un accessorio e ricambio auto venduto ogni 5 secondi. Stesso discorso su Amazon. Cambia il modo di curare e riparare l’automobile

 

Ok, forse è presto per trarre conclusioni. E non è detto che nel mondo degli autoricambi succederà quello che è successo con i negozi di dischi o con le librerie. Però la strada sembra proprio quella: in Italia su eBay oggi si vendono un accessorio o un ricambio auto ogni 5 secondi. Stesso discorso per Amazon…

La distribuzione in questo settore cambia pelle e rischia di cambiare volto anche il mondo dell’auto. Perché la rete non conosce barriere e oltre ai colossi eBay e Amazon ci sono poi centinaia di specialisti all’estero che spediscono componenti anche in Italia.

Ma, tanto per capire le dimensioni del fenomeno, basta dire che solo su eBay.it – comunque il primo marketplace in Italia – ci sono oltre 46 milioni di articoli nuovi appartenenti alla categoria “Veicoli: ricambi e accessori” in vendita in ogni momento

L’evoluzione del mercato della distribuzione dipende anche da un fatto: gli accessori e i ricambi per auto e moto sono tra le categorie di prodotto più gettonate online, con un obiettivo preciso: risparmio. E nel mondo dei ricambi, come sanno bene gli autoriparatori e gli appassionati, cercare il minor prezzo possibile è spesso difficile: quando si trova il pezzo mancante non si può andare troppo per il sottile, bisogna prenderlo. On line invece no. Si può cercare ancora e scegliere un prezzo più basso.

E impressiona anche il trend di crescita: nei mesi interessati dal cambio gomme – sempre secondo eBay Italia – sono stati venduti 27 treni all’ora con una crescita del 70% rispetto agli altri periodi dell’anno.

“Per quanto riguarda le vendite, il 2017 è stato dominato, dal punto di vista dei ricambi auto, dagli articoli per la carrozzeria esterna, luci e frecce e articoli per interni. E i ricambi moto? In questo caso riscuotono molto successo i pezzi per l’impianto elettrico e per l’accensione, quelli per la carrozzeria e il telaio, luci e frecce” concludono ad eBay Italia

 

 

ARTICOLO DI VINCENZO BORGOMEO

 

 

 

 

 

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