In Italia immatricolazioni in calo: -3,7% a marzo

Il mercato italiano dell’auto torna in territorio negativo dopo 19 mesi di fila di crescita continua. A marzo, secondo i dati del ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono state 162.083, il 3,7% in meno rispetto allo stesso mese del 2023. La flessione mensile riduce la crescita registrata nella prima parte dell’anno: con 451.261 targhe, il trimestre mostra un miglioramento del 5,7%, all’incirca la metà del +11,7% registrato dal consuntivo dei primi due mesi. A pesare sui numeri, come già paventato a più riprese da associazioni ed esperti, è stata l’attesa dei consumatori per i nuovi incentivi. Inoltre, sono ancora lontani i livelli pre-pandemia del 2019: secondo le elaborazioni dell’Unrae, le registrazioni mensili risultano infatti in flessione del 16% e quelle trimestrali di oltre il 15%.

Aspettando gli incentivi…crollano le Bev di oltre il 34%

La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione conferma l’impatto dell’attesa degli incentivi sulle elettriche a batteria: le Bev crollano del 34,5% e scendono dal 4,8% al 3,3% del mercato totale. Prosegue il momento negativo delle ibride plug-in: -22,6% e quota in contrazione dal 4,3% al 3,5%. Al contrario, le ibride non ricaricabili salgono dell’8,9% (+13,1% per le “full”, +7,3% per le “mild”) e passano dal 34,5% al 39% del mercato. Tra le motorizzazioni tradizionali, le auto a benzina crescono del 6,4%, per una quota in miglioramento dal 28,4% al 31,4%, mentre le diesel perdono il 28% e scendono dal 20,3% al 15,2%. Ancora in (relativo) spolvero il metano: +36,4% e quota raddoppiata dallo 0,1% allo 0,2%. Infine, si arresta il trend positivo del Gpl: -3,2% per un peso sul mercato che rimane comunque stabile al 7,6%.

I canali commerciali

Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati subiscono una contrazione del 5,5%, mentre il noleggio vede la componente di lungo termine peggiorare del 27,1% e quella di breve balzare del 65,7%. Male le società, con un -7,6%, mentre le autoimmatricolazioni salgono del 26% (+23,9% l’uso privato e +60,2% l’uso noleggio).

Emissioni

Quanto alle emissioni, si torna a vedere il segno più: la CO2 media è pari a 120,3 g/km, lo 0,7% in più rispetto ai 119,5 dello stesso mese dell’anno scorso. Inoltre, il consuntivo del trimestre mostra un dato in aumento da 119,9 a 121,1 g/km (+1%). A marzo sono state immatricolate 6.581 auto (4% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 4.369 vetture (2,7% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 111.222 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, pari al 67,8% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 35.748 auto (21,8% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 3.205 (2%).

Autoriparazione: in Italia il fatturato aumenta del sei per cento

Fabbricazione, manutenzione e riparazione auto, carrozzerie, parti e accessori, moto: 116mila imprese registrate alla metà del 2022, e 564mila addetti, portano l’Italia ad assumere un ruolo di leadership europea con le micro e piccole imprese in primo piano. In queste, infatti, si trova il 69,4% dell’occupazione della filiera: 391mila addetti lavorano in realtà con meno di 50 dipendenti.

AUTORIPARAZIONE A VOCAZIONE ARTIGIANA
Oltre la metà (53,1%) delle imprese della filiera opera nell’autoriparazione. Nel secondo trimestre 2022 sono 85mila le imprese del comparto della manutenzione e riparazione di autoveicoli, con una spiccata vocazione artigiana: le 69mila imprese artigiane rappresentano, infatti, l’80,9% del comparto.

L’ITALIA IN POLE POSITION NEL CONFRONTO CON L’EUROPA
Nel confronto internazionale, l’Italia svetta: gli addetti del comparto dell’autoriparazione sono l’1,4% del totale occupati delle imprese a fronte dell’1% dell’Ue a 27. Nel nostro Paese il peso dell’autoriparazione è di 0,3 punti superiore all’1,1% della Spagna e di 0,5 punti superiore allo 0,9% della Germania e della Francia.

L’AUTORIPARAZIONE IN ITALIA CRESCE DEL 9,9%. MEGLIO DI FRANCIA E GERMANIA
La fase di ripresa economica post-Covid, combinata con le incertezze del mercato delle nuove immatricolazioni, ha sostenuto la domanda di manutenzione delle autovetture. L’esame dei dati pubblicati da Eurostat evidenzia che nel secondo trimestre del 2022 il fatturato della manutenzione e riparazione di autoveicoli segna un aumento del 9,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; nel confronto internazionale si tratta di una performance migliore rispetto al +8% della Francia e al +5,5% della Germania.

IN AUMENTO IL FATTURATO DEGLI AUTORIPARATORI
In Italia, i prezzi dei servizi di manutenzione e riparazione degli autoveicoli crescono meno che negli altri maggiori Paesi europei. Grazie a questa più favorevole dinamica dei prezzi, nel nostro Paese si stima un aumento del 6% del volume del fatturato degli autoriparatori. Un ritmo di crescita non distante dal +7,4% della Spagna ma ampiamente più accentuato del +2,5% in Francia. In controtendenza la Germania dove si registra un calo dello 0,6%.

I dati sono contenuti nell’Elaborazione Flash ‘Alcuni numeri chiave sulla filiera auto in Italia nel 2022’ pubblicata in concomitanza del 40° Premio Confartigianato Motori che precede il Gran Premio d’Italia di Formula 1 di Monza.

Mercato dell’auto in Italia: -27,5% a dicembre 2021

Il mercato italiano chiude il 2021 con l’ennesimo segno meno. Secondo i dati diffusi dall’UNRAE nello scorso dicembre sono state immatricolate 86.679 vetture, il 27,5% in meno rispetto a dicembre 2020. Il numero complessivo di auto nuove consegnate nell’intero anno si ferma così a 1.457.952 unità, con un lieve incremento di 76.000 auto rispetto al 2020 (+5,5%) ma con ben 460.000 auto perse rispetto al 2019, corrispondenti a un -24%.
 
PRIVATI E AZIENDE – I clienti privati a dicembre sono stati il 59,1% e il 62,5% se si considera tutto il 2021, con un totale di 923.000 unità. Le autoimmatricolazioni dei concessionari sono il 12,8% del totale a dicembre, mentre in tutto il 2021 arrivano quasi al 10% con 145.600 auto. Le società di noleggio a lungo termine hanno immatricolato 258.870 veicoli nel 2021 (il 17,5%), quelle di noleggio a breve termine 64.400 (il 4,4%) e le aziende 83.700 (cioè il 5,7%).
 
LE ALIMENTAZIONI – Sempre considerando tutto il 2021, le auto benzina e diesel hanno totalizzato 437.731 unità (29,7%) e 333.635 (22,6%), quelle a Gpl si sono fermate al 7.3% e quelle a metano al 2,1%. Le ibride rappresentano il 29% del totale (ibride “full” al 6,9% e “mild” al 22,1%), con complessive 427.924 vetture. In crescita anche le vetture elettrificate: in dicembre le elettriche pure presentano una quota del 7% e le plug-in del 6,4%. Il 2021 si chiude con le elettriche al 4,6% (67.542 unità) e le plug-in al 4,7% del totale, con 136.854 vetture complessivamente immatricolate.
 
I TIPI DI CARROZZERIA – Tra le carrozzerie, a dicembre le crossover e le fuoristrada raggiungono il 48,2% di quota complessiva, a fronte di una contrazione delle berline al 44,6% e delle station wagon al 3,6%.
 
L’USATO – Il mercato dell’usato registra una nuova leggera flessione sul 2020 dello 0,6% con 274.998 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture. Nel 2021 i 3.452.755 trasferimenti segnano un incremento del 14,4% sul 2020, ma una flessione del 17,5% sullo stesso periodo 2019.

FIAT LEADER NEL 2021 – Per quanto concerne l’andamento delle immatricolazioni per marca, la Fiat si conferma in testa alla classifica del 2021, con complessive 223.567 auto. Secondo posto per la Volkswagen a quota 126.092 auto, seguita dalla Toyota con 84.850 vetture.

GUIDA AUTONOMA: PARTONO ANCHE IN ITALIA I PRIMI TEST SU STRADE PUBBLICHE

Arriva anche sulle strade italiane il primo veicolo a guida autonoma.

Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha infatti rilasciato la prima autorizzazione alla sperimentazione su percorsi pubblici di un mezzo senza pilota.
I test su strada interesseranno alcuni specifici tratti nelle città di Torino e Parma e dovranno essere condotti nel rispetto di tutte le prescrizioni, anche meteorologiche, dettate dal gestore della strada stessa, garantendo il rispetto massimo della sicurezza. Inoltre, il veicolo, su richiesta di un supervisore sempre presente, dovrà essere in grado di cambiare da guida automatica a manuale.

La sperimentazione sarà condotta da VisLab, una start-up dell’Università di Parma fondata nel 2009 e acquisita nel 2015 dall’americana Ambarella, multinazionale della Silicon Valley, per 30 milioni di dollari. La Vislab è l’unica società ad avere presentato domanda di autorizzazione. Il ministero non ha invece specificato il nome del costruttore del veicolo oggetto dei test.

L’autorizzazione ha la durata di 1 anno dal suo rilascio, rinnovabile dietro richiesta dello sperimentatore stesso. I test dovrebbero iniziare entro poche settimane.

«Questo Ministero guarda al futuro e alle nuove tecnologie per la sicurezza e la serenità di chi viaggia», ha commentato il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Il via libera del ministero arriva dopo il parere positivo espresso il 22 marzo dall’Osservatorio tecnico di supportoper le Smart Road alla domanda di VisLab, che peraltro ha costruito il primo prototipo chiamato Braive addirittura nel 2009.

 

fonte: uominietrasporti.it

 

In Italia Aumenta il Carsharing: +33,2%

Secondo uno studio pubblicato da Continental sulla sharing mobility in Italia nel periodo compreso tra il 2016 e il 2017, i mezzi di trasporto destinati alla mobilità condivisa sono passati da 20.698 a 47.679, con una crescita del 130,4%.
La crescita maggiore è stata quella delle biciclette usate per il bikesharing, che sono passate da 14.604 a 39.500 (+170,5%).
Significativo anche il dato relativo alle auto per il carsharing, che sono passate da 5.764 a 7.679 (con un aumento del 33,2%).
Gli scooter utilizzati per lo scootersharing erano 330 nel 2016 e sono passati a 500 nel 2017, con una crescita del 51,5%.

Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati dell’Osservatorio Sharing Mobility.
L’aumento del numero di veicoli utilizzati per la sharing mobility nel nostro Paese testimonia come l’interesse degli italiani verso la mobilità condivisa sia molto aumentato negli ultimi anni.
La crescita della sharing mobility in Italia passa però non solo dall’aumento del numero di mezzi condivisi a disposizione degli utenti, ma anche dallo sviluppo di dispositivi tecnologici e di connessione che consentano di rendere più semplice ed efficiente l’uso di questi mezzi di trasporto e quindi rendano più soddisfacente l’esperienza di utilizzo dei mezzi condivisi.

 

Secondo alcune previsioni nel 2020 ci saranno ben 250 milioni di auto connesse e 50 miliardi di device e dispositivi connessi.