IN LOMBARDIA BOLLO AUTO CON SCONTO DEL 10%

Novità per gli automobilisti lombardi: dal 15 novembre 2016 sarà possibile pagare il bollo auto (dalla scadenza di fine gennaio 2017) attraverso la domiciliazione bancaria, usufruendo di una riduzione della tariffa pari 10% per ciascun ogni di imposta.

L’adesione vale per le persone fisiche che risiedono in Lombardia: per aderire al servizio basterà mandare alla Regione Lombardia il modulo di autorizzazione all’addebito  entro il giorno 15 del mese precedente a quello in cui deve essere effettuato il pagamento sia online, tramite l’area personale o l’area pubblica del Portale Tributi (www.tributi.regione.lombardia.it), che in forma cartacea compilando il form disponibile sul portale stesso.

Un call center sarà a disposizione presso il numero verde della regione in caso di mancata ricezione del promemoria digitale, o in caso di errore della targa. La domiciliazione sarà revocabile in qualsiasi momento sia online tramite l”Area personale” del portale tributi, sia rivolgendosi alla propria banca. Per qualsiasi chiarimento è attivo il Numero verde 800.151.121 dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 20:00.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ABOLITA EQUITALIA: SI PAGA LA MULTA, NON MORE E MAGGIORAZIONI

Con il provvedimento che porta alla chiusura di Equitalia vengono definiti anche i termini della sanatoria delle cartelle esattoriali. Per le multe è stata prevista solo per le maggiorazioni e per gli interessi di mora.

La multa va pagata

Il decreto prevede che, dal 1° luglio 2017, al posto di Equitalia vi sia “Agenzia delle Entrate-Riscossione”.

Per le infrazioni commesse al Codice della strada, l’agevolazione prevista per le cartelle non riguarda la sanzione ammistrativa (ovvero la multa)bensì le more e le maggiorazioni, sulle quali è previsto lo sconto.Il decreto conferma il raddoppio automatico della sanzione per chi paga oltre il termine di 60 giorni, non paga del tutto o lo fa in misura parziale.

Rateazione

Se si aderisce entro 90 giorni dall’entrata in vigore della normativa  sarà possibile optare tra il pagamento dell’importo in soluzione unica o, i alternativa fare ricorso alle rate con un massimo di quattro (ultima tranche entro il 15 marzo 2018)

Nei Comuni che non si affidano a Equitalia per la ricossione delle multe gli automobilisti dovranno comunque pagare sia la sanzione che gli interessi.

 

 

 

AUTO, ANCORA IN CRESCITA LE IMMATRICOLAZIONI: A SETTEMBRE + 17,43%

Non arriva il temuto rallentamento, atteso dagli operatori del settore, del mercato automobilistico nella seconda parte dell’anno in corso. I dati di settembre 2016 riportano aumenti in doppia cifra: aumento del 17,43% con immatricolazioni che raggiungono quota 153.617.

 

Queste nuove immatricolazioni, tuttavia, non hanno ancora raggiunto uno spessore tale tale da sostituire il normalr avvicendamento tra auto vecchie e nuove. Il parco circolante ha un’età elevata complici anche questi ultimi anni di crisi economica. Anche per il 2017 ci sono, quindi, margini di crescita del mercato automobilistico, con l’incognita, tuttavia, legata alla crescita del Pil.

 

Il gruppo Fca anche a settembre ha avuto un incremento superiore a quello registrato dal mercato:con 44.602 immatricolazioni ed un aumento pari al 29,49%. In termini di crescita al primo posto troviamo l’Alfa Romeo con un risultato di +47,25%

In seconda posizione troviamo la Volkswagen che a settembre dimentica le polemiche e va a +43,30%.In terza posizione troviamo la Ford con un +11,75%. Precede Renault (+33,29%), Opel (+2,50%), Peugeot (+8,05%) e Toyota (+5,70%).

 

 

 

 

 

AUTORIPARAZIONE: FATTURATO A + 0,9 % NEL SECONDO TRIMESTRE 2016

Cresce il fatturato per le imprese dell’autoriparazione  anche se rispetto ai livelli del 2011 rimane inferiore del 7,2%

Circa 80 mila imprese, il 47,4% del numero complessivo di imprese della filiera auto appartengono al comparto artigiano. Queste sono concentrate (93,2% delle 79.988 imprese artigiane della filiera auto) nel settore Manutenzione e riparazione di autoveicoli, settore che comprende anche le carrozzerie e che conta ben 74.537 imprese artigiane, che incidono sul numero complessivo di imprese del settore (93.540) per il 79,7%.

Secondo l’eleborazione dell’Ufficio Studi Confartigianato (su dati Istat), nel secondo trimestre 2016 il fatturato della Manutenzione e riparazione di autoveicoli è cresciuto dell’1,3% rispetto al primo trimestre 2016.

Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il fatturato della Manutenzione e riparazione di autoveicoli torna positivo (dopo la stasi del primo trimestre 2016), registrando una variazione tendenziale dello 0,9%.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moto: continua la campagna per la revisione del pedaggio autostradale

L’Italia – hanno sottolineato FMI e ANCMA – è uno dei pochissimi paesi in Europa dove il pedaggio motociclistico (peraltro con tariffazione molto alta) è equiparato a quello delle auto, con il risultato che qualunque moto paga la stessa cifra di un SUV ben più grande in dimensioni e potenza. Nei paesi europei dove le autostrade sono a pagamento, le tariffe praticate ai motociclisti sono – con poche eccezioni – più basse, in molti casi dimezzate rispetto ai pedaggi nostrani”.

La richiesta che FMI e ANCMA hanno formulato all’Autorità dei Trasporti è stata quella di verificare, attraverso un’interlocuzione con i concessionari autostradali e il Ministero dei Trasporti – che in Italia è il soggetto concedente – se vi siano le condizioni per creare una tariffazione a parte per i veicoli a due ruote a motore, che sono di gran lunga meno invasivi dal punto di vista degli spazi occupati e dell’inquinamento e che svolgono in generale un ruolo importante nella riduzione del traffico. Il presidente dell’Autorità dei Trasporti, ascoltate le argomentazioni esposte da ANCMA ed FMI, si è reso disponibile ad un approfondimento della questione, attraverso i procedimenti previsti da ART.

“Siamo convinti che la creazione di una tariffa dedicata alle due ruote, favorirebbe la circolazione delle moto sulle autostrade, con vantaggi che si rifletterebbero tanto sull’industria motociclistica nazionale, che rimane la più importante d’Europa, quanto sugli stessi concessionari autostradali, che vedrebbero compensata automaticamente la rimodulazione dei pedaggi” ha dichiarato Corrado Capelli, presidente di ANCMA. “Le autostrade sono di gran lunga le strade più sicure per noi motociclisti. Una tariffa differenziata ne favorirebbe l’utilizzo, dando così un contributo alla sicurezza per le due ruote a motore. In fondo, quello che chiediamo è di essere equiparati al resto dell’Europa” ha concluso il presidente della FMI Paolo Sesti.

 

 

 

 

L’Antitrust multa la Volkswagen per il Dieselgate

La sanzione alla casa automobilistica tedesca è di 5 milioni di euro e riguarda le irregolarità relative al “Dieselgate”, riguardo ai veicoli messi sul mercato italiano dal 2009. La Vw ha presentato ricorso.

 

La decisione — ha detto in una nota l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, riguarda autoveicoli diesel messi sul mercato italiano dal 2009 «la cui omologazione è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di un software in grado di alterare artificiosamente il comportamento del veicolo durante i test di banco per il controllo delle emissioni inquinanti». In questo modo, dice la nota, il livello delle emissioni di ossidi di azoto risultava inferiore a quello ottenuto nelle prove su strada. «L’Autorità ha ritenuto tale condotta scorretta ai sensi del Codice del Consumo poiché gravemente contraria agli obblighi di diligenza professionale e idonea, altresì, a falsare in maniera rilevante il comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una scelta di consumo che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati». L’authority ha anche contestato i messaggi pubblicitari del gruppo in cui si rivendica «una particolare sensibilità ambientale o una specifica attenzione al livello delle emissioni inquinanti delle proprie autovetture», traendo in errore i consumatori.

 

 

 

Multe per mancata revisione e assicurazione? Solo con pattuglia

Non sono ancora omologati gli strumenti per accertare automaticamente la mancata copertura assicurativa e la revisione dei veicoli in transito. Per attivare questo tipo di controlli serve dunque la presenza dell’agente che potrà fermare i mezzi o documentare le cause previste dal codice per mancata contestazione immediata.

Lo ha chiarito il Ministero dei Trasporti con il parere n° 3311 del 3 giugno 2016.

Il controllo automatico della mancata revisione periodica e della carenza di copertura assicurativa è stato sdoganato dalle recenti ripetute modifiche del codice stradale ma servono strumenti omologati per attivare questo tipo di controlli senza pattuglia.

 

Contestazione differita

In realtà però la possibilità di contestazione differita risulta ammessa dal codice per esempio con il veicolo in sosta, senza la presenza del conducente a bordo. Oppure se l’infrazione risulta accertata dai vigili contestualmente al passaggio del mezzo davanti alla pattuglia dotata di strumento elettronico di analisi, anche se non omologato. In buona sostanza tutti i moderni strumenti di controllo del traffico hanno la possibilità di comunicare in tempo reale alla pattuglia la regolarità della revisione e della copertura assicurativa del veicolo in transito, anche se non approvati dal ministero. Dunque nessun problema per i controlli seriali semi automatici con la presenza dell’agente. Non essendo ancora possibile attivare alcun controllo dell’art 80 cds in modalità completamente automatica, per mancata approvazione dei dispositivi, non è neppure possibile invitare il conducente ad esibire documenti e fornire informazioni in un ufficio di polizia, conclude la nota. Attenzione infine al codice privacy. Quando saranno finalmente attivati questi nuovi vigili elettronici andrà anche fornita una adeguata informazione agli utenti sul trattamento dei dati personali.

 

 

 

 

 

SINISTRI STRADALI SCHEDATI

IN GAZZETTA UFFICIALE LA DISCIPLINA IVASS PER GLI INCIDENTI STRADALI. DATI MEMORIZZATI CINQUE ANNI. L’ACCESSO CONSENTITO AD ASSICURAZIONI, AUTORITÀ GIUDIZIARIE E FORZE DI POLIZIA

 

Tutti schedati nelle banche dati dei sinistri stradali: danneggiati e avvocati, testimoni e carrozzerie

 

E stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale del 10 giugno 2016, il provvedimento n. 23 del 1 giugno 2016 dell’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) recante la disciplina della banca dati sinistri, della banca dati anagrafe testimoni e della banca dati anagrafe danneggiati (articolo 135 del decreto legislativo 209/2005, Codice delle assicurazioni private). Il regolamento si occupa in particolare di protezione dei dati personali. Le banche dati raccolgono dati sulla vita delle persone, compresi dati sanitari e dati patrimoniali. La valutazione dell’impatto sui diritti degli individui è particolarmente preoccupante e il provvedimento si incarica di definire ruoli e responsabilità. Bisogna, infatti, bilanciare l’interesse alla tutela del mercato assicurativo dalle frodi con l’interesse a mantenere la riservatezza.

 

COME FUNZIONANO LE BANCHE DATI

 

Tutti i dati dei sinistri sono caricati nelle banche dati. Trattandosi di obbligo di legge non c’è bisogno del consenso degli interessati. Per tutti i dati si intendono gli estremi del sinistro, nomi di testimoni e danneggiati, nomi dei professionisti incaricati di seguire il sinistro e delle carrozzerie/officine di riparazione, tutti gli elementi della valutazione del danno, compresi quelli sanitari o clinici e, infine, somme pagate e nomi di chi ha incassato.

 

I tempi per la raccolta dei dati sono molto stretti: di regola sette giorni. E bisogna osservare le prescrizioni del codice della privacy, specie per le questioni di sicurezza della conservazione.

In particolare le assicurazioni devono assumere misure preventive e idonee al fine di assicurare la riservatezza, la sicurezza e l’integrità dei dati e delle comunicazioni: tradotto significa le compagnie devono garantire non solo l’adempimento delle misure minime previste dall’allegato «b» al Codice della privacy, ma anche tutte le misure atte a evitare dispersioni o intercettazione dolosa delle informazioni personali.

 

I dati sono registrati nelle banche dati per cinque anni dalla data di definizione di ciascun sinistro.

 

Dopo il quinquennio i dati sono caricati su un supporto gestito dall’Istituto di vigilanza, che li mette a disposizione dell’autorità giudiziaria penale o degli interessati.

 

Decorsi dieci anni dalla data di definizione di ciascun sinistro, i dati identificativi di persone fisiche e giuridiche coinvolte a vario titolo nei sinistri vengono cancellati. I restanti dati sono conservati su altro supporto informatico in forma anonima e non possono essere utilizzati al fine di identificare gli interessati.

 

Rimane ferma la possibilità di uso dei dati anonimi per fini statistici.

 

Le assicurazioni possono consultare le banche dati per molte ragioni. In primis per arginare tentativi di frode e per controllare dichiarazioni sostitutive. Possono accedere anche l’autorità giudiziaria, le forze di polizia e le pubbliche amministrazioni competenti in materia di prevenzione e contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore delle assicurazioni obbligatorie per i veicoli.

 

Tutti gli accessi devono essere effettuati da personale abilitato e preautorizzato.

 

Inoltre i responsabili e il personale delle strutture e degli uffici mediante i quali è effettuata la consultazione sono vincolati al segreto e sono personalmente responsabili per la violazione degli obblighi di riservatezza.

 

Le possibilità di consultazione, a seconda della tecnica usata, sono molteplici: numero di sinistri presenti per ciascuna targa (o numero di telaio), codice fiscale o partita Iva immessa, numero di sinistri per singolo soggetto, parametri significativi indice di frode. Tutti gli accessi sono tracciati dall’Ivass e in caso di consultazione illegittima delle banche dati scatta la sospensione.

 

Anche le persone cui si riferiscono i dati possono chiedere di sapere quali sono i dati conservati sul loro conto (articolo 7 del Codice della privacy).

Fonte: Italia Oggi – Antonio Ciccia Messina

 

AFTERMARKET: MERCATO A + 4,3%

Secondo i dati del Barometro Aftermarket – rilevazione
statistica interna al Gruppo Componenti ANFIA (rappresentano il 20% del mercato) che fornisce un trend indicativo dell’andamento del mercato dei ricambi automotive su base mensile, sia a livello consolidato, sia a livello di singole famiglie prodotto – il fatturato aftermarket registra un incremento del 4,3% nel 2015 rispetto all’anno precedente, che era risultato pressoché allineato al 2013 (+0,4%).

Chiusura positiva per tutti e 4 i trimestri: il primo a +3,4%, seguito da un secondo
trimestre ulteriormente in crescita, a +6,9%, da un terzo trimestre in rialzo del 2,6%,
per concludere con ottobre-dicembre a +4,7%.
L’andamento delle singole famiglie prodotto:in crescita a due cifre (+13,4%) i componenti di carrozzeria e abitacolo, che recuperano rispetto alla flessione a due cifre (-18,4%) del 2014. In crescita anche i componenti motore (+9,4%), i componenti undercar (+4,6%), dopo un 2014 a -8,5%, e i materiali di consumo (+2,5%), mentre l’unica categoria in calo è quella dei componenti elettrici ed elettronici (-7,4%), che già risultava in ribasso del 23,5% nel 2014.

 

fonte: Barometro Aftermarket ANFIA

 

 

SULLE AUTO PESANO 71,6 MILIARDI DI TASSE

Sul nostro settore dell’automotive (auto, motoveicoli e professional) grava un peso fiscale complessivo di 71,6 miliardi di euro. Una cifra spaventosa che, tanto per dare un’idea, è più che doppia rispetto al gettito versato dalle imprese con l’Irap (30,4 miliardi di euro) e venti volte superiore a quanto hanno pagato fino l’anno scorso i proprietari di prima casa con la Tasi (3,5 miliardi di euro). Due imposte che sono state (Tasi) e continuano  ad essere (Irap) le più odiate dagli italiani.

 

 

Con questa analisi l’Ufficio studi della CGIA mette in luce l’eccessivo carico fiscale che grava su oltre 37 milioni di autovetture e 6,8 milioni di motoveicoli circolanti in Italia, arrivando a sostenere che la tassazione su questo settore ha raggiunto livelli non più sopportabili. Si pensi che dal 2009, anno peggiore di questa crisi, il prelievo fiscale è aumentato di 5,3 miliardi di euro (+8 per cento), sebbene ci sia stato un crollo delle vendite e gli italiani, a seguito della difficoltà economica registrata in questo periodo, abbiano circolato di meno.

 

 

Secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA su dati Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica), quasi l’82 per cento dei 71,6 miliardi di euro di tasse prelevate dall’automotive è riconducibile all’utilizzo del parco circolante,  il 9,5 per cento all’acquisto e l’8,5 per cento alla tassa di possesso.

 

 

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