Regno Unito: confermato lo stop alle auto a benzina e diesel nel 2030

Il governo britannico ha ribadito l’obiettivo di fermare la vendita di nuove auto a benzina e diesel nel 2030.

La conferma è arrivata al termine di un incontro tra i rappresentanti dell’esecutivo, guidato dal laburista Keir Starmer, e dell’industria delle quattro ruote, da tempo concorde nel chiedere maggior flessibilità e una revisione delle attuali politiche alla luce di un ritmo di adozione della mobilità elettrica insufficiente per sostenere il percorso indicato da Downing Street.

Il nodo Zev. Londra non ha comunque mancato di fornire delle rassicurazioni, sottolineando come la transizione verso l’elettrico verrà “guidata in un mondo che sosterrà anche la crescita economica del Regno Unito”. Tuttavia, le Case manifestano da anni le loro preoccupazioni non solo sulla data del phase-out (riportata al 2030 da Starmer dopo il rinvio al 2035 deciso dal predecessore Rishi Sunak), ma anche, se non soprattutto, sul “mandato Zev”, un pacchetto di obblighi e requisiti che impone al settore di raggiungere specifici target in termini di peso delle elettriche sul totale delle vendite. Il mandato stabilisce già per quest’anno che il 22% delle nuove auto vendute nel Regno Unito debba essere elettrico e poi definisce un percorso di progressivo aumento della percentuale, per arrivare al 100% entro il 2030. Inoltre, sono previste multe salate per chi non rispetta gli obblighi: le sanzioni arrivano fino a 15.000 sterline per ogni veicolo tradizionale venduto in più rispetto all’obiettivo. Detto questo, i costruttori possono anche acquistare, sempre al prezzo di 15 mila sterline, delle “indennità Zev” dai rivali in regola.

Il mercato. Per promuovere l’adozione della mobilità elettrica e quindi soddisfare gli obblighi, il settore ha chiesto a Londra di ripristinare gli incentivi all’acquisto, già tolti da Sunak e difficili da riattivare a causa di un difficile e complessa situazione per i conti pubblici, oppure di introdurre una serie di agevolazioni, tra cui il dimezzamento dell’Iva e una forte riduzione delle tasse sull’elettricità erogata dalle colonnine di ricarica. I costruttori temono già oggi di non poter raggiungere l’obiettivo fissato, non tanto per quest’anno quanto per gli anni prossimi. A ottobre, le vendite di elettriche sono aumentate del 24,5%, arrivando al 20,7% del totale, ma si tratta di una fiammata legata più che altro alla decisione delle Case di avviare massicce promozioni pur di tentare di soddisfare i limiti imposti dal mandato. Se si guarda ai numeri dei primi dieci mesi dell’anno, le Bev, grazie a una crescita del 14,2%, hanno raggiunto il 18,1% dell’immatricolato, una percentuale ancora lontana dall’obbligo del 22% e raggiungibile solo con nuovi, pesanti sconti da parte dei costruttori. Si tratta di una situazione difficilmente sostenibile nel lungo termine senza delle contromisure, magari sulla forza lavoro, come deciso recentemente dalla Ford.