Dieci milioni di auto con più di 17 anni di vita

L’Italia? Non è un Paese per giovani. Il riferimento demografico vale anche per l’auto visto che noi abbiamo il parco circolante più vecchio d’Europa con un’età media da record di 10,5 anni. Secondo un’analisi condotta dal Centro Studi e Statistiche Unrae (l’associazione dei costruttori esteri in Italia) si scopre infatti che su un parco totale di 37.843.983, il circolante ante Euro 3 (vetture immatricolate prima del gennaio del 2001, quindi con oltre 17 anni di vita) è composto dalla bellezza di 9.567.000 vetture, pari al 25,3% del totale circolante.

 

E, sempre secondo le statistiche, parliamo di auto che – se a benzina – hanno in media 170 mila km, se diesel hanno invece superato ampiamente il muro dei 250 mila km. In una parola “rottami”, pericolosi per l’ambiente e pericolosi per chi li guida e per chi è a bordo. Si calcola infatti che queste auto – ma gli studi si riferiscono a modelli vecchi di 10 anni non di 17, quindi la realtà è ben peggiore – diano in caso di incidente a pilota e passeggeri una possibilità di sopravvivere di sette volte inferiore rispetto a quelle di un’auto nuova.

 

Non si tratta insomma di spingere gli automobilisti a cambiare l’auto per favorire la lobby dei costruttori, non ci sono complotti, scie chimiche o cospirazioni: il problema, enorme, è di sicurezza stradale. Ammettendo poi che dell’ambiente non importi poi nulla a nessuno perché le emissioni di una euro 3 sono nettamente più alte e velenose di quelle di una Euro 6.

 

Le vetture più vecchie in ogni caso si trovano al Centro-Sud: la regione con la percentuale di auto ante Euro 3 più alta è la Campania dove con su un parco circolante di 3.386.389 ben 1.322.457 hanno 17 anni o più, quindi pari a una percentuale del 39,1%. Segue poi di un soffio la Calabria dove il circolante di rottami è del 38,4% e quindi Sicilia, Basilicata, Molise, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Umbria e Lazio.

 

Stesso discorso con l’analisi combinata condotta tra le province a più alto parco circolante e maggiore quota di vetture ante Euro 3: la classifica parla chiaro e vede Napoli in testa con 727.291 rottami parti al 41,7% del totale, seguita da Catania, Salerno, Palermo, Caserta, Bari, Cosenza, Lecce, Messina, Reggio Calabria.

 

 

 

articolo di VINCENZO BORGOMEO – repubblica.it

 

 

 

LE AUTOMOBILI CON PIU’ EMISSIONI

Fiat 500X, Jeep Renegade, Renault Captur. Fino a un anno fa si sarebbe scritto solo che sono tre modelli fra i più graditi dal pubblico europeo, che impazzisce per le crossover. Oggi sappiamo che sono anche i tre principali modelli sotto accusa dopo il dieselgate. Solo coincidenze? O, magari, questi modelli sono finiti sulla graticola proprio per il loro successo, che li rende bersagli importanti? O, ancora, le loro emissioni sono alte perché nelle crossover sono più alti peso e carrozzeria, per cui i motori – relativamente piccoli – sono più sotto sforzo?

 

Al momento, è difficile trovare una risposta certa e definitiva: le accuse derivano soprattutto da test eseguiti su strada dalle autorità tedesche e francesi in condizioni non del tutto comparabili e su versioni con meccanica a volte diversa. E i risultati di queste prove sono stati resi pubblici in gran parte, ma non ancora completamente. Senza contare che i richiami palesi od occulti che ci sono stati nel corso dell’ultimo anno possono aver cambiato le cose sugli esemplari che si acquistano nuovi oggi. Però qualche indicazione possiamo trarla ugualmente da questi test, perché certe tendenze paiono concordanti e in linea anche con gli esiti (ancora incompleti) delle prove eseguite dalle autorità italiane. Dunque, un minimo di uniformità si può trovare persino fra i tre Paesi al centro delle polemiche.

In effetti, la 500X è la vettura Euro 6 che emette più Nox (ossidi di azoto, al centro del dieselgate) fra le 47 provate in Francia (unico dei tre Paesi ad aver finora ha reso pubblici i dati rilevati su questo modello), sforando quota 1.300 mg/km (contro gli 80 di legge e i 400 ritenuti ragionevoli in una prova fatta su strada e con velocità e accelerazioni superiori rispetto ai test di laboratorio condotti in sede di omologazione finora). E la Captur è terza con circa 900 (diventa quarta se consideriamo le rilevazioni eseguite sulla Renault Kadjar in Germania). Ma bisogna stare attenti alle versioni cui si riferiscono i risultati.

 

La 500X provata dai francesi ha il motore 2 litri, quindi è poco diffusa in Italia e deve sopportare anche il fardello della trazione integrale. La Captur è la 1.5 da 90 cavalli, mentre nella versione di pari cilindrata con 110 cavalli emette un po’ meno NOx (anche se in classifica si trova appena due posizioni più dietro).

 

Tra i modelli che emettono di più, troviamo altre crossover: quelle Nissan-Renault (Kadjar e Qashqai) e la Opel Mokka (1.6 110 cavalli). Si segnalano poi monovolume come Ford C-Max, Opel Zafira, Peugeot 5008 e Renault Espace. Quest’ultima è stata provata col motore 1.6 biturbo da 160 cavalli, uno dei più celebrati esempi di downsizing, che da dimostrato di emettere tanti NOx anche sulla grossa berlina Talisman.

 

Evidentemente si conferma che nei test su strada il peso e l’altezza richiedono ai motori sforzi ben maggiori rispetto ai precedenti test di omologazione (fatti in laboratorio e con cicli di tutto riposo per i motori). E le differenze si vedono di più proprio sui modelli dove peso e altezza sono relativamente maggiori.

 

Certo, ci sono eccezioni. Si sono viste vetture alte come Citroen C4 Picasso e Peugeot 3008 stare nei limiti di accettabilità di 400 mg/km. E una berlina bassa e filante come la Giulietta dell’Alfa ha invece sfiorato quota 800, ma in versione 2.0 175 cavalli con cambio Tct (ben poco diffusa in Italia).

 

Molto dipende anche dai dispositivi di trattamento dei gas di scarico. Infatti, mastodonti come Audi Q7 e Mercedes S350 restano sui 200 mg/km a dispetto del peso (e per l’Audi anche dell’altezza). Oltre al ricircolo dei gas di scarico (Egr, che hanno tutte), adottano il sofisticato e costoso catalizzatore selettivo Scr, che utilizza iniezioni di urea.

 

Le Ford Kuga e Mondeo in Francia sono state provate con motori 2 litri (rispettivamente da 120 e 150 cavalli) che riuniscono tutti i possibili sistemi: Egr, Scr e trappola NOx (che su molti modelli di altre case è abbinata al solo Egr).

 

Va comunque ricordato che quest’analisi si è limitata alle sole Euro 6. Cioè ai modelli acquistabili nuovi (di Euro 5 resta negli autosaloni solo qualche raro fondo di magazzino).

 

 

 

 

 

 

 

 

articolo di Maurizio Caprino – sole24ore.com