Italia e Francia contro l’euro 7

Italia, Francia e altre sei Nazioni dell’Unione Europea, hanno chiesto attraverso  un paper congiunto di eliminare dalle norme Euro 7 di prossima introduzione i nuovi limiti previsti per le emissioni di scarico: il gruppo di paesi, che comprende anche Repubblica Ceca, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia, sostiene che gli obiettivi fissati sarebbero eccessivamente ambiziosi e irrealistici, e potrebbero dirottare investimenti cruciali per raggiungere l’obiettivo dell’UE di vietare la vendita di nuovi veicoli con motore a combustione dopo il 2035.

Dello stesso avviso anche Carlos Tavares, CEO di Stellantis, secondo cui gli ultimi passi per ridurre la CO2 dalle auto comporterebbero oneri inutili per l’industria e rallenterebbero il passaggio del settore all’elettrificazione.

Cosa prevede la normativa sull’Euro 7? L’obiettivo del nuovo regolamento è inasprire le norme sugli inquinanti diversi dalla CO2, come il monossido di carbonio CO e gli ossidi di azoto NOx.

Le regole mirano anche a contrastare il particolato proveniente da freni e pneumatici, prodotto dal consumo delle pastiglie e del battistrada rispettivamente. L’entrata in vigore è per ora prevista al 1° luglio 2025, ma se in origine l’intenzione era regolamentare gli standard per l’ultima generazione di motori a combustione, il via libera ai carburanti sintetici potrebbe allungare la vita di benzina e Diesel almeno fino al 2040.

i Paesi che si oppongono affermano che è troppo presto per attuare un ulteriore giro di vite sulle emissioni e sostengono che i tempi di consegna sono di almeno tre anni dal momento dell’adozione del pacchetto. Lo stesso presidente francese Emmanuel Macron avrebbe auspicato una pausa nella regolamentazione climatica dell’UE. 

La preoccupazione è che il passaggio all’elettrico possa comportare la perdita di migliaia di posti di lavoro nel settore e la presa di posizione è netta: ”Ci opponiamo a qualsiasi nuova norma sulle emissioni di scarico (compresi nuovi requisiti per i test o nuovi limiti) per auto e furgoni”, affermano i paesi firmatari del documento. Ma come è accaduto per gli e-fuel questa dichiarazione pare il punto di partenza per una trattativa in cui i colloqui tra il Parlamento Europeo e gli Stati membri devono ancora iniziare. Non si tratta dunque di un ”uno a zero e palla al centro”, ma piuttosto di una dichiarazione pre-partita, che anticipa il calcio d’inizio. Fare pronostici sul risultato è quantomai prematuro.

EURO 7: PUBBLICATI I NUOVI STANDARD PROPOSTI DALLA COMMISSIONE EUROPEA

La Commissione europea ha pubblicato le sue proposte per la normativa Euro 7 sui limiti alle emissioni.

I nuovi requisiti si applicano a tutte le tipologie di veicoli a motore (elettriche comprese), si applicano a determinati elementi inquinanti (come gli ossidi di azoto – NOx -o il particolato) e interessano non solo i motori, ma pure i componenti quali freni e pneumatici.

Inoltre, i nuovi limiti non coinvolgono le emissioni di anidride carbonica. Il motivo è semplice: con il pacchetto Fit for 55, l’Europa ha già deciso di portare al 100% la riduzione della CO2 per auto e furgoni entro il 2035.

GLI AMBITI DI APPLICAZIONE: la principale novità è l’ambito di applicazione. Rispetto al passato, la nuova normativa interessa non solo le auto e i furgoni, ma anche gli autobus e i veicoli commerciali pesanti perché l’obiettivo della Commissione è ridurre l’impatto ambientale dell’intero settore dei trasporti stradali, considerato responsabile del 39% delle emissioni di ossido d’azoto nel 2018 (47% nelle aree urbane) e dell’11% di PM2.5 e PM10.

Con l’Euro 7, le auto e i furgoni dovranno emettere il 35% in meno di NOx rispetto alla precedente normativa e i mezzi più grandi il 56%. Inoltre, il particolato dovrà essere ridotto, rispettivamente, del 13% e del 39%, mentre per gli impianti frenanti è previsto un taglio del 27%. Un’altra novità è legata proprio alle disposizioni sulle particelle inquinanti: “Le regole Euro 7 sono neutre dal punto di vista tecnologico e del carburante”, affermano da Bruxelles. “Ciò significa che si applicano gli stessi limiti di emissione a tutti i veicoli all’interno della medesima categoria, indipendentemente dalla tecnologia (ad esempio, motore convenzionale a combustione interna, ibrido o plug-in) o del carburante utilizzato (benzina, diesel o altro). Inoltre, riguardano anche i veicoli a emissioni zero di CO2 (elettriche o a celle di combustibile)”.

TEMPISTICHE: la “neutralità tecnologica” si riflette per esempio nei limiti per gli ossidi di azoto, oggi stabiliti in 60 mg/km per i motori a benzina e in 80 per i diesel. La nuova normativa fissa la soglia a 60 per entrambe le tipologie di carburante. La Commissione europea, inoltre, inoltre, ha ampliato l’elenco degli elementi inquinanti oggetto della normativa. L’Euro 6 (VI per camion e autobus) riguarda, oltre gli ossidi di azoto (NOx), anche il monossido di carbonio (CO), nonché particelle, idrocarburi, metano e ammoniaca per autocarri e autobus. I limiti su quest’ultima, alla luce del ruolo nella formazione dello smog urbano, vengono estesi anche alle auto e ai furgoni. Inoltre, entrano nella lista la formaldeide e il protossido di azoto per i mezzi pesanti. L’Euro 7 sarà anche il primo standard al mondo a regolamentare le particelle ultrafini più piccole (fino a 10 nanometri), il particolato generato dai freni e anche la durata delle batterie. Secondo la proposta, la data di entrata in vigore del nuovo regolamento è il primo luglio del 2025 per i nuovi veicoli leggeri il primo luglio del 2027 per i mezzi pesanti. Sono previste “eccezioni limitate” per le vetture di costruttori di nicchia. Inoltre, è prevista un’ulteriore estensione degli attuali ambiti di applicazione, per riflettere al meglio “il normale ciclo di vita dei veicoli, compresi quelli usati”. Infatti, le auto Euro 6 devono soddisfare i requisiti fino a 100 mila chilometri o 5 anni di utilizzo, ma l’età media del parco circolante europeo è vicina ai 12 anni. Per questo motivo le nuove disposizioni aumentano i chilometri fino a 200 mila e gli anni a 10.

COSTI: Bruxelles ha voluto tener conto anche dei costi legati all’applicazione delle nuove disposizioni, a partire dal possibile aumento dei listini: “Nel definire le nuove regole, la Commissione ha analizzato a fondo l’impatto degli standard sull’accessibilità della mobilità, soprattutto alla luce dell’attuale aumento dell’inflazione. Gli incrementi di costo previsti in relazione alla situazione attuale rappresentano solo una piccola frazione del prezzo totale del veicolo, ovvero tra 90 e 150 euro per auto e furgoni e circa 2700 euro per camion e autobus”. Tuttavia, la stessa Commissione ritiene che i benefici per la salute prodotti dal minor inquinamento dell’aria “superino in misura significativa questi costi per i produttori, i consumatori e le autorità”. La Commissione ha voluto tener conto anche dell’attuale impegno dei costruttori sul fronte della mobilità elettrica e dell’obiettivo delle zero emissioni per il 2035 e quindi ritiene che le sue proposte presentino “soluzioni convenienti” e in grado di spingere gli investimenti in innovazioni ambientali, riducano i costi normativi e amministrativi a carico del settore e forniscano vantaggi in termini di esportazioni visto che alcuni Paesi come Australia, Brasile, Cina o India tendono ad adeguare i loro standard a quelli europei. Inoltre, vengono eliminati test ormai obsoleti a favore di nuove prove, sviluppate sull’esperienza dei parametri RDE (Real Driving Emissions), e moderni strumenti digitali: tutti i veicoli, infatti, dovranno essere dotati di sistemi di monitoraggio delle emissioni. Infine, per il massimo organismo comunitario, le tempistiche sono adeguate a consentire ai costruttori di pianificare i necessari investimenti.

LE PREOCCUPAZIONI DEI COSTRUTTORI: il pacchetto Euro 7 della Commissione dovrà ora essere sottoposto al consueto iter autorizzativo comunitario. Dal settore arrivano segnali negativi, con l’associazione dei costruttori europei Acea che si dice “seriamente preoccupata: purtroppo, il beneficio ambientale della proposta della Commissione è molto limitato, mentre aumenta pesantemente il costo dei veicoli”, spiega il presidente Oliver Zipse. “Si concentra su condizioni di guida estreme che non hanno quasi alcuna rilevanza nella vita reale”.

Preoccupano, in particolare, le implicazioni per il comparto dei veicoli pesanti e le tempistiche dell’entrata in vigore: “Il pacchetto legislativo Euro 7/VII probabilmente non sarà pronto prima della metà del 2024, soprattutto considerando il lungo elenco di test aggiuntivi che copre”, euro 7avverte l’Acea. “Le date di attuazione proposte – luglio 2025 per le auto e i furgoni e luglio 2027 per i veicoli pesanti – non sono realistiche, dato l’enorme numero di modelli e varianti di veicoli che devono essere sviluppati, ingegnerizzati, testati e omologati prima di allora. La normativa Euro 7/VII rischia, quindi, di essere molto complessa e costosa”.

Emissioni, standard Euro 7 troppo costoso: passo indietro in Ue?

La normativa Euro 7 potrebbe, alla fine, non vedere la luce. La testata giornalistica “Politico” ha ottenuto una bozza del nuovo regolamento da mesi allo studio della Commissione europea, da cui emerge l’intenzione del massimo organo esecutivo della Ue di cancellare i suoi propositi di drastico inasprimento degli standard emissivi per auto e furgoni.

Il documento, che dopo quattro anni di lavori e numerosi rinvii sarà pubblicato il 9 novembre, suggerisce, invece, parametri simili a quelli attualmente in vigore con la normativa Euro 6.

La Commissione avrebbe deciso di ridurre le sue pretese dopo un’analisi dell’attuale situazione economica e geopolitica e delle conseguenze del rincaro di energia e materie prime.

L’attuale contesto, stando a quanto scritto da Politico sulla base delle evidenze della bozza, “mette sotto una pressione senza precedenti la catena degli approvvigionamenti automobilistica e genera problemi di accessibilità (alle auto, ndr) per i consumatori, in un contesto generale di alta inflazione”.

Di conseguenza, la Commissione ha preferito “ridurre al minimo” i costi legati alla richiesta di sviluppare motori più puliti, anche alla luce di un’altra importante decisione, quella sul bando alle endotermiche per il 2035.

La decisione di Bruxelles rappresenta una vittoria per il settore automobilistico europeo. I costruttori non hanno mai fatto mistero dei loro dubbi sulla nuova normativa, che per alcune Case avrebbe sancito la morte prematura della tecnologia dei motori a combustione interna.

Recentemente, l’ad di Stellantis, Carlos Tavares, si è spinto oltre, sottolineando l’inutilità di varare ora un regolamento che inasprisce i limiti di emissione quando ormai la maggior parte dei produttori di auto ha deciso di votarsi all’elettrico con cinque anni di anticipo rispetto agli obiettivi di Bruxelles. “Da un punto di vista industriale non ne abbiamo bisogno, perché andrà ad assorbire energie e risorse che dobbiamo destinare all’elettrico”, ha spiegato Tavares durante una tavola rotonda al Salone di Parigi. “Spendere ore di progettazione e capitali per creare un altro step normativo per le endotermiche da raggiungere nel 2027-2028 non ha molto senso in un momento in cui si sta spingendo sull’elettrificazione. Anzi, è totalmente controproducente: oggi qualsiasi discorso sull’Euro 7 è dogmatico, fatta adesso è una norma che non ha alcun senso”. (fonte: quattroruote)